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Tante persone hanno subito violenze di natura psicologica; tante, poi, malauguratamente hanno [url=http://www.rtnagel.com/airjordan.php]jordan pas cher[/url] subito parimenti maltrattamenti di natura fisica ovvero sessuale. Si è sovente portati a pensare che chi ha subito su di sè queste intollerabili esperienze voglia evitare assolutamente di fare del male a sé stesso. In realtà, succede proprio l’opposto. Il bambino che ha subito violenze assume l’inclinazione a evolvere in un adulto violento, e questo è un chiaro esempio di quanto influsso possa [url=http://www.getconversational.com]hollister pas cher[/url] avere l’educazione che si è avuta in passato. Vi è stato trasmesso a non dare importanza a voi stessi e non dare importanza alle vostre necessità. Avete imparato bene: vi [url=http://www.ilyav.com/uggpascher.php]ugg pas cher[/url] adeguate a quel canovaccio che è stato progettato per voi. Questo canovaccio prevede che non siete degni di essere trattati bene, che siete “cattivi”, che è corretto che siate puniti. Quelle prime violenze vi privano della vostra correttezza innata e della sensazione della vostra innata benignità; vi dicono che avete un lato incerto, spaventoso, di cui dovete aver paura. Le violenze insegnano a non aver fiducia di voi stessi, che non meritate amicizia, sicurezza [url=http://www.davidhabchy.com]barbour outlet[/url] e affetto. Essi eliminano lo spirito e bloccano l’abilità di caricarsi dei rischi. Imparate a reprimere ciò che sentite e a manipolare gli altri per approdare alla soddisfazione delle vostre necessità. Le violenze sono un’insegnante crudele, producono una situazione che vede tutti perdenti, la quale a sua volta scatena un circolo vizioso e pericoloso. Nonostante ciò, si può rifuggire da quegli insegnamenti e il canovaccio strappato; la congiuntura che vi coinvolge non deve per forza essere un vicolo cieco. Per coartare questa spirale di crudeltà è indispensabile [url=http://www.1855sacramento.com/woolrich.php]woolrich parka[/url] iniziare a considerare che il canovaccio non lo avete scritto voi e che non siete tenuti ad adeguarvi a esso necessariamente. Non è vostra la colpa dell’educazione che avete ricevuto da [url=http://www.vivid-host.com/barbour.htm]www.vivid-host.com/barbour.htm[/url] piccoli, né è un’ingiustizia a voi attribuibile il fatto di aver subito violenze. Questa rabbia non la meritavate. Non avevate alcun controllo. Siete del tutto innocenti. Pure nel caso in cui foste stati dei fanciulli difficili, non dovevate incassare maltrattamenti: nessuno li merita. L’interrogativo su chi avesse sbagliato non ha nemmeno ragione di essere posto: ha avuto [url=http://www.sandvikfw.net/shopuk.php]hollister outlet sale[/url] un atteggiamento sbagliato e sgradito chi vi ha usato violenza. Assolutamente. Dovete comprendere l’idea che siete stati delle vittime e che non avete nulla di cui vergognarvi o da coprire. Non dovete perdonarvi per qualcosa che non era sotto il vostro comando. Prendete le giuste distanze dal senso di colpa: essa non vi appartiene. Ripetete a voi stessi più e più volte: “la colpa non è stata mia!” fino a quando non lo crederete con ostinazione. Questo è il primo passo, un passo sostanziale.
Il secondo passo per allontanarsi dal canovaccio è quello di accettare che siete buoni. A prescindere [url=http://www.maximoupgrade.com/hot.php]hollister france[/url] da ciò che avete fatto o che è stato fatto ai vostri danni, siete buoni. Questa bontà e insita in voi, con voi è venuta al mondo e con voi lo lascerà, a condizione che non continuiate a negarla e a respingerla. Ripetete a voi stessi: “io sono buono!” fino a che non sarete profondamente convinti. Quando avrete realmente fatto vostro questo giudizio, ve ne renderete conto di propria volontà. Acquisirete contezza di questa vostra mitezza, e tale sensazione è molto importante.
Il passo finale si estrinseca nel liberarsi dal canovaccio. Siete voi i protagonisti della vostra esistenza. Lo siete pure dei vostri modi di comportarsi. Se seguitate ad affliggere voi stessi e gli altri, a questo punto sarà colpa vostra poiché avete la giusta contezza di poter scegliere altrimenti. Fino a questo momento potreste essere stati coinvolti in un piano non deciso da voi. Ora tutto è differente e siete liberi di realizzare le vostre scelte. Non c’è mai una buona ragione per maltrattare se stessi. Non c’è mai l’esigenza di punirsi oppure di accettare comportamenti votati alla devastazione. Potete amarvi, riconoscere il vostro lato enigmatico, perdonarvi per i vostri errori, prendere le distanze dal passato [url=http://www.davidhabchy.com]barbour sale[/url] di sofferenze e continuare a vivere la vita al meglio delle vostre abilità. Se decidete di continuare sulla strada dell’astio verso voi stessi e di attuare [url=http://www.rtnagel.com/airjordan.php]nike air jordan pas cher[/url] modi [url=http://www.1855sacramento.com/peuterey.php]peuterey[/url] di agire distruttivi, prendete atto che ora si tratta di una vostra volontà e non si tratta di sicuro dell’effetto di un’educazione errata. Il bambino che è in voi è il vostro capro espiatorio, ora. Questo bimbo merita di essere amato, di essere trattato bene, di essere tutelato e di stare al sicuro. Solamente voi potete rifinire ciò che il passato vi ha destinato. Quale scopo migliore ci può essere nella vita?
Fatti questi primi importanti passi, sarete pronti a depurare voi stessi dalla violenza. Questo prassi di bonifica di solito ha inizio con un sentimento di collera contro l’autore dei maltrattamenti. Questa ira è utile e non va schivata. Dovete essere sdegnati: guardate ciò che vi è stato portato via! Per dominare questa collera in modo attivo, presumibilmente avrete bisogno dell’aiuto di uno specialista. Dovete orientarla all’esterno, al di fuori [url=http://www.vivid-host.com/barbour.htm]barbour uk[/url] di voi, ma non palesemente contro il responsabile. Non dovete trasformarla in un contegno feroce, se non volete ricadere in un circolo vizioso. Dopo la rabbia, arriva il perdono, vi rendete conto che chi vi sottoposto a si adeguava pure lui a un canovaccio biasimevole. Con il perdono, arriva il distaccamento.
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